giovedì 22 novembre 2012

Luigi Ghirri

LEZIONI DI FOTOGRAFIA 



Luigi Ghirri nasce a Scandiano il 5 gennaio 1943 e muore a Roncocesi il 14 febbraio 1992. Inizia a fotografare nel 1970 con artisti concettuali, lavora sul territorio, sui paesaggi naturali, sui segni lasciati dall’uomo: poster, cartoline, vetrine. Realizza una seria di fotografie anche di architettura per molti architetti come Aldo Rossi e Paolo Zermani. Il suo è uno sguardo delicato, sospeso, non realistico, metafisico, dove anche se non è presente l’uomo si avverte sempre la sua presenza attraverso il suo intervento. bellissimi gli scatti che Ghirri ha eseguito nello studio del pittore Giorgio Morandi.




Ponte dei Sospiri

Roncocesi 

Casa Benati, 1985

Ferrara

Atelier di Giorgio Morandi

Versailles, 1985 

Roncocesi, 1992
la sua ultima fotografia 





sabato 17 novembre 2012

COMMON GROUND

  COMMON GROUND  
   Storia dell'architettura e degli spazi pubblici in città   


L’architettura non avviene per caso, è una coincidenza di forze, una cospirazione di requisiti, regole, aspettative e, si spera, di visioni. Richiede collaborazione ed il suo successo dipende dalla qualità di questa collaborazione. Questa partecipazione non coinvolge solo i professionisti ma si attua anche con la società, tra chi commissiona, regolamenta e soprattutto abita i nostri edifici e le città.

È allettante immaginare che la buona architettura sia la conseguenza della libertà, sia intellettuale che pratica, ma la comprensione dei limiti, il coordinamento dei vincoli e la mediazione delle resistenze sono fondamentali per una sana cultura dell’architettura. È solo attraverso il dialogo e la volontà di capire le diverse questioni e le responsabilità che entrano in gioco nel processo del fare architettura, che queste forze possono essere incanalate verso un risultato significativo.

Se si accetta questo, allora dobbiamo anche accettare il fatto che la buona architettura non dipenda solo dal genio e neppure che si possa ottenere solo attraverso il conflitto e a dispetto delle circostanze. Il talento e la creatività individuali dipendono e contribuiscono a una cultura ricca e complessiva, fatta di affinità condivise, riferimenti e situazioni difficili che danno validità e significato non solo all’architettura, ma, al posto che essa occupa nella società.  

Ho invitato i miei colleghi ad esaminare ciò che ci accomuna piuttosto quel che ci distingue gli uni dagli altri, e cosi facendo a dimostrare che la qualità dell’architettura dipende da valori, sforzi e visioni comuni. Non dobbiamo dimenticare che nel progettare il nostro futuro costruiamo sempre su ciò che è venuto prima.

“Common Ground” ci offre il pretesto per considerare gli sforza degli architetti non come dei gesti isolati e alla moda, ma come parte di una ricerca intellettuale, sociale e fisica ricca e continua che trova senso non solo in termini di problematiche condivise ma anche nel desiderio di dare un contributo significativo al nostro mondo fisico.


David Chipperfield
Direttore Artistico della 13° Mostra Internazionale di Architettura 




giovedì 8 novembre 2012

Biennale di Architettura_13 Mostra

Linee generali della 13. Mostra Internazionale di Architettura
Venezia, 29 agosto – 25 novembre 2012

David Chipperfield ha dichiarato: “Voglio che questa Biennale renda omaggio a una cultura architettonica vitale e interconnessa che si interroghi su territori condivisi, intellettuale e fisici. Nella selezione dei partecipanti, la mia Biennale favorirà la collaborazione e il dialogo, che considero il cuore dell’architettura, e il titolo fungerà anche da metafora del terreno di attività dell’architettura.
Il titolo “Common Ground” allude esplicitamente anche al terreno fra edifici, agli spazi della città. Vorrei che i progetti esposti alla Biennale indagassero in profondità il significato degli spazi creati dagli edifici: gli ambiti politici, sociali e pubblici di cui l’architettura fa parte. Non voglio smarrire il tema dell’architettura in un pantano di speculazioni sociologiche, psicologiche o artistiche, ma piuttosto cercare di ampliare la comprensione del contributo specifico che l’architettura può dare nella definizione del terreno comune della città.

“Con Kazuyo Sejima si era tornati ad affidare la Mostra ad un architetto – ha dichiarato il Presidente della Biennale Paolo Baratta – e ora abbiamo la fortuna di avere David Chipperfield. Le Biennali degli ultimi anni avevano dilatato la rappresentazione dell’architettura evidenziando le sue connessioni con una serie di grandi “questioni” di tipo sociale, urbano, ambientale e politico. È parso utile rivolgersi a un architetto che ha grande interesse per l’architettura come disciplina e si interroga rispetto agli elementi che la compongono, alle finalità che persegue, ai vincoli che la condizionano, agli strumenti con cui essa agisce nei luoghi, negli spazi, negli edifici. La prossima Mostra di Architettura sarà caratterizzata dall’evidenziazione di una seria di rapporti e relazioni che legano grandi architetti e giovani generazioni che ai primi si ricollegano.